L'UTS mostra la sua ambizione: «Vogliamo bandire la parola esibizione»
L'edizione 2024 dell'UTS (Ultimate Tennis Showdown) ha emesso il suo verdetto a Londra questa domenica con la vittoria di Alex De Minaur contro Holger Rune in finale.
Questa competizione parallela, che per il momento è un'esibizione, desidera crescere e diventare un vero e proprio circuito a sé stante.
Se il parterre dei giocatori è interessante, è soprattutto grazie al prize-money in palio e al formato delle partite, molto più condensato rispetto al circuito ATP.
Per Eurosport, Baptiste Kern, direttore delle operazioni dell'UTS, si è confidato sulla natura di questa competizione: «Il nostro primo criterio è un livello di gioco molto alto. Il secondo è avere delle personalità.
Gaël Monfils accende lo stadio non appena arriva. Ha questa magia dentro di sé.
Kyrgios, non appena è in forma, lo prendiamo. Ha una sorta di aura. Ma quando si parla di personalità, non sono solo giocatori eccentrici.
Se Sinner e Alcaraz vogliono giocare nell'UTS, saremo felicissimi di accoglierli.»
Tuttavia, l'UTS deve essere organizzato, come le finali di questo fine settimana, durante i rari periodi di pausa del calendario ATP.
Il che rafforza lo status di esibizione che gli organizzatori non amano sentire: «Ci sono due pilastri: lo spettacolo e lo sport.
Dobbiamo trovare un equilibrio tra i due e cerchiamo costantemente quale sia il giusto limite.
Vogliamo davvero bandire la parola esibizione, anche se tecnicamente lo è.
È un altro sport con le stesse star, che, a loro volta, giocheranno in modo diverso.»