Il rovescio a una mano più mitico? Mouratoglou svela la sua top 5
Il rovescio a una mano, simbolo di estetica e creatività, non è mai stato così minacciato nel tennis moderno.
L'esplosione del gioco in velocità e il dominio dei giocatori con il rovescio a due mani hanno ridotto questo colpo a una manciata di artisti.
Tra i primi 20 giocatori del mondo attuali, solo Lorenzo Musetti continua a maneggiare questo colpo delicato.
Mouratoglou accende la miccia: «Ecco i cinque più bei rovesci a una mano della storia»
Molto attivo sui social, l'allenatore francese Patrick Mouratoglou ha pubblicato la sua classifica personale dei cinque migliori rovesci a una mano mai visti.
n°5 – Gustavo Kuerten: l'artista brasiliano
«Il suo gioco è sempre stato molto aggressivo dalla linea di fondo, una tecnica molto particolare», spiega Mouratoglou.
Tre volte vincitore del Roland Garros, «Guga» ha segnato gli anni 2000 con il suo rilassamento e la sua capacità unica di dare effetto alla palla.
n°4 – Gaston Gaudio: la pura potenza
Su di lui, Mouratoglou ha dichiarato: «Il suo rovescio è un colpo di grande potenza capace di fare danni.»
Il vincitore del Roland Garros 2004 possedeva un braccio sinistro molto potente, capace di ribaltare qualsiasi scambio.
n°3 – Richard Gasquet: l'esteta assoluto con angoli incredibili
«Un rovescio incredibile capace di trovare angoli notevoli.»
Gasquet è probabilmente il rovescio a una mano più artistico della sua generazione: una gestualità perfettamente disegnata e una capacità di aprire il campo come nessun altro.
n°2 – Roger Federer: eleganza divina, slice iconico
«Molti diranno che è il numero 1 anche in questo gioco», riconosce Mouratoglou.
Difficile contraddire: il rovescio di Federer, a lungo criticato e poi magnificato, è diventato un'arma totale.
n°1 – Stan Wawrinka: il rovescio più distruttivo dell'era moderna
«Un colpo semplicemente leggendario.»
Il rovescio di «Stan The Man» è forse il colpo più efficace mai eseguito lato rovescio a una mano.
Capace di domare qualsiasi effetto e di far esplodere le linee.
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