« Ho ancora i brividi quando ci ripenso », Del Potro torna sul suo titolo agli US Open 2009
Juan Martin Del Potro ha vissuto uno dei momenti migliori della sua carriera in occasione degli US Open 2009. L'argentino aveva allora vinto il suo unico Grande Slam sconfiggendo Roger Federer, che era in cerca del sesto titolo consecutivo (3-6, 7-6, 4-6, 7-6, 6-2).
Una sensazione unica per Del Potro, allora ventenne, che non ha più assaporato la gioia di un trionfo in un Major in seguito, a causa del Big 3 ma anche di numerosi infortuni. In un'intervista per ESPN, è comunque tornato su quella giornata a New York sedici anni fa.
« Quando si vince un torneo del Grande Slam, tutto cambia radicalmente. Anche in termini di contratti: a volte, si è obbligati a recarsi da qualche parte e a partecipare a eventi.
Si viene invitati da rappresentanti di attrezzature, racchette, dell'ATP. Questo mi tocca ancora oggi. A volte ripenso a quel punto finale della finale contro Roger (Federer) e mi dico: "Speriamo che finisca nello stesso modo".
« Quando vengo al torneo, me lo ricordano in ogni momento »
Quel punto era drammatico, perché conducevo 5-2, e se non avessi fatto il break in quel momento, avrei dovuto servire dopo. Chiudere l'incontro, la finale, contro Federer, al mio servizio per vincere il mio primo Grande Slam con una tale pressione…
Non so se avrei potuto affrontarlo. Quindi ho messo tutta la mia energia. Era ora o mai più. E alla fine, tutto è andato bene. Ora, quando vengo al torneo, me lo ricordano in ogni momento: le persone che ci lavorano sono sempre le stesse, e tutti vengono a trovarmi.
È stato un torneo speciale per me e per tutti coloro che erano presenti all'epoca, perché era una partita contro Federer, e nulla di simile si è ripetuto da allora. Ho ancora i brividi quando ci ripenso », ha assicurato Del Potro per ESPN.
US Open
Più di una partita: le disuguaglianze di remunerazione tra donne e uomini nel tennis
Cambiare coach o reinventarsi: l’off-season, l’ora delle scelte
La Rafa Nadal Academy: un modello di competenza e professionalità per le future stelle del tennis
Coppa Davis: tra riforme, critiche e cultura nazionale