Bartoli si esprime sul tema Sinner: « I tornei che salterà non hanno alcuna importanza per lui »
Jannik Sinner non sarà nel circuito nelle prossime settimane.
L'italiano, numero 1 mondiale, era risultato positivo al clostebol durante Indian Wells l’anno scorso e sconterà una sospensione di tre mesi dopo aver accettato una sanzione in accordo con l’Agenzia Mondiale Antidoping.
Così, fino al prossimo 4 maggio, il triplo vincitore di un Grande Slam non potrà partecipare ai più grandi tornei del mondo.
Le reazioni non si sono fatte attendere e numerosi attori del tennis, attivi e non, si sono espressi riguardo a questa calda attualità.
È anche il caso di Marion Bartoli. La francese, che ha vinto Wimbledon nel 2013, ha difficoltà a comprendere la sanzione inflitta a Sinner.
« Aveva una spada di Damocle molto più pesante sopra la testa, perché all'inizio si parlava addirittura di due anni di sospensione.
Sono costretta a leggere i rapporti e dire che gli esperti hanno tutti descritto questo doping come non intenzionale, non sono nessuno per rimettere tutto in discussione.
Adesso, dove trovo difficoltà a comprendere questa decisione, è che ci sono delle giurisprudenze a livello di TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport), situato in Svizzera, e che le giurisprudenze sono comunque più severe di così, cioè che anche per negligenze, c'era più di tre mesi.
Bizzarramente, il presidente dell’ATP è italiano, e bizzarramente, potrà riprendere in casa sua, a Roma.
Quello che è fastidioso in questa storia, è che sappiamo benissimo che ciò che conta di più per questi giocatori, sono i tornei del Grande Slam e lì, non ne perderà nessuno.
I tornei che salterà non hanno alcuna importanza per lui nella sua carriera oggi. Sinner è una macchina da guerra sul duro.
Gli restano solo Roland-Garros e Wimbledon da conquistare, ma su duro, da un anno e mezzo, è praticamente imbattibile.
Per aver intervistato Sinner molte volte, quando gli poni delle domande, hai l'impressione che il ragazzo sia un santo e che non abbia fatto assolutamente nulla.
Quando lo vedi giocare a tennis, non hai l’impressione che qualcosa lo disturbi, quindi, rispetto alla giurisprudenza che è stata fatta per altri sportivi, penso solo che il contorno sia un po' pesante da digerire”, ha assicurato Bartoli alla trasmissione Les Grandes Gueules du Sport su RMC.
Laboratorio del tennis di domani: il Masters Next Gen ha ancora un futuro?
Tennis: le verità poco conosciute sull’intersaison, tra riposo, stress e sopravvivenza fisica
E se il tennis perdesse la sua anima? Il caso dell’arbitraggio robotizzato, tra tradizione e modernità disumanizzata
Dossier - Arabia Saudita, infortuni, guerra e business: i retroscena affascinanti del tennis rivelati da TennisTemple