« Oh, ti dà fastidio se giochiamo una partita? », la sfuriata memorabile di Wawrinka contro Placé a Bercy

Nel 2016, durante il primo turno del Masters 1000 di Parigi-Bercy, Stan Wawrinka interrompe il suo match per rivolgere una vivace tirata a uno spettatore della prima fila. Secondo diversi testimoni, quest'ultimo non era altri che Jean-Vincent Placé, allora segretario di Stato. Tra urla, tweet e spiegazioni pubbliche, l'episodio ha scatenato una polemica che mescola tensione sportiva e politica fuori dal campo.
Era una serata inoltrata, gli orologi segnavano mezzanotte, le tribune si svuotavano, ma per Stan Wawrinka la partita contro Jan-Lennard Struff era lontana dall'essere vinta. Lo svizzero, n°3 del mondo all'epoca, stava conducendo una partita difficile, destreggiandosi tra frustrazione e combattività.
Tra un servizio e l'altro, Wawrinka si ferma, si gira verso la prima fila e lancia con forza:
«Oh, non ti dà fastidio se giochiamo una partita? No, ma serio... È mezzanotte, se non hai voglia di vedere, vai a casa.»
Secondo diverse persone presenti, lo spettatore preso di mira era Jean-Vincent Placé, allora segretario di Stato incaricato della Semplificazione e della Riforma dello Stato, seduto in prima fila, in piena discussione con Jean Gachassin, il presidente della Federazione francese di tennis all'epoca.
Il giorno dopo, Jean-Vincent Placé ha assicurato che, a suo avviso, non si trattava di una provocazione: stava sussurrando con Gachassin, sostiene, e non pensava di essere lui il bersaglio. Ammette comunque che il rumore nella sala potesse essere fastidioso.
Ma Wawrinka, sempre pronto a difendere il suo giudizio, ha replicato su Twitter. Smentisce che si trattasse solo di sussurri, afferma di essere ancora in vantaggio nel punteggio, quindi che la rabbia non fosse dovuta a uno svantaggio, e contesta alcuni dettagli avanzati da Placé.
Nonostante questo momento di forte tensione, la serata si è conclusa con una sconfitta per Wawrinka: ha perso contro Struff in tre set molto combattuti (3‑6, 7‑6, 7‑6). Ma l'eco del suo «Oh, non ti dà fastidio se giochiamo una partita?» ha risuonato ben oltre il campo.