«Senza racchetta, senza rumore, senza stress»: come i campioni si ricostruiscono lontano dai campi
Fase 1 — Il taglio totale
Questa è la parte più invisibile ma spesso la più determinante.
Per 10-15 giorni, i campioni scompaiono volontariamente, senza racchetta, senza palestra, a volte anche senza attività fisica. Una disconnessione radicale, essenziale per cancellare i microtraumi di una stagione soffocante e ritrovare una mente fresca.
E le destinazioni dicono molto sui bisogni di ciascuno:
- Carlos Alcaraz si rifugia a casa, a El Palmar, tra silenzio mediatico e bozzolo familiare.
- Novak Djokovic si isola dal mondo ad Amanyara, uno dei complessi più lussuosi dei Caraibi.
- Aryna Sabalenka opta per la serenità assoluta delle Maldive.
- Jannik Sinner, invece, punta su Dubai, per un doppio effetto: riposo e transizione diretta verso una pre-stagione millimetrica.
Fase 2 — Ricominciare da zero: la ripresa dolce e strategica
Quando il taglio è digerito, la macchina riparte, lentamente ma sicuramente.
La ripresa avviene con corsa, bicicletta, nuoto, mobilità, core stability, tutto tranne un ritorno precipitoso sulle palle.
L'obiettivo: ricostruire la resistenza, rafforzare la postura e le spalle, proteggere la schiena e le articolazioni ed evitare qualsiasi infortunio a lungo termine.
Fase 3 — Il momento della verità: l'allenamento intensivo
Quando il corpo è pronto, spazio al più difficile. La terza fase è la più esigente: interval training, pliometria, e soprattutto ritorno alla racchetta.
È tra l'altro l'unico momento dell'anno in cui i giocatori possono riparare o trasformare in profondità il loro gioco: un servizio rivisto, un gioco di gambe reinventato, un piano tattico riposizionato.
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«Tennis: le verità poco conosciute sull'interstagione, tra riposo, stress e sopravvivenza fisica», disponibile il 13/12/2025.
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