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Formazione dei futuri campioni: focus sul declino del modello pubblico francese di fronte alle accademie private

Mentre le federazioni faticano a reinventarsi, le accademie private catturano i talenti… ma anche le famiglie in grado di investire decine di migliaia di euro all’anno. Un sistema sempre più performante, ma anche sempre più diseguale.
Formazione dei futuri campioni: focus sul declino del modello pubblico francese di fronte alle accademie private
© AFP
Arthur Millot
le 06/12/2025 à 13h10
7 minuti per leggere

Per molto tempo, la Francia ha rappresentato uno degli ultimi bastioni del modello pubblico di formazione nel tennis mondiale.

Un sistema strutturato, centralizzato, pensato per individuare, formare e accompagnare i talenti del paese dalle prime palline fino all’alto livello.

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Ma con la progressiva mondializzazione dello sport, un altro modello – quello delle accademie private, nate negli Stati Uniti ed esportate in Europa poi in Medio Oriente – si è imposto come l’opzione privilegiata per un numero crescente di giovani giocatori.

Il modello francese: 50 anni di tensioni tra federazione, accademie e famiglie

Questo dossier propone una decodifica dell’evoluzione specifica del sistema francese, collocandolo in una prospettiva globale.

Perché la Francia, con il suo forte retaggio federale, offre un terreno d’osservazione unico: quello di un paese in cui l’allenamento dell’élite quasi mai veniva affidato al privato, prima che il panorama si ribaltasse.

Capire questa trasformazione significa raccontare cinquant’anni di tensioni tra istituzioni pubbliche, attori privati e famiglie in cerca di performance.

1960–1970: Agli albori del modello federale, lo Stato costruisce l’ossatura

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© AFP

Alla fine degli anni ’60, la Francia è ancora alla ricerca della propria via in materia di formazione sportiva. Il paese è segnato dall’idea che lo Stato debba organizzare, finanziare e armonizzare l’accesso allo sport di alto livello.

La FFT si inserisce in questo movimento generale, sull’esempio di altre federazioni francesi, lanciando i primi stage nazionali strutturati e dei centri pilota.

Questi luoghi, ancora rudimentali, riuniscono i giovani prospetti attorno ad allenatori incaricati dalla federazione, con talvolta collegi improvvisati presso club partner.

Occorre ricordare che, all’epoca, l’INSEP, che diventerà uno dei pilastri della formazione dell’élite francese, non esiste ancora nella sua forma moderna. Sarà ufficialmente creato solo nel 1975. Prima di allora, il modello resta frammentato, senza un vero campus centralizzato.

Tuttavia, si impone un’idea forte: la formazione deve essere pubblica, nazionale e organizzata verticalmente. In questa logica, la federazione diventa il passaggio obbligato di ogni ambizione.

1970–1980: L’ondata americana e la nascita di un contro‑modello privato

Nello stesso periodo, dall’altra parte dell’Atlantico, una piccola rivoluzione silenziosa inizia a prendere forma.

Negli Stati Uniti emergono le prime accademie private di tennis, frutto dell’iniziativa di allenatori‑imprenditori che cercano di emanciparsi dalle strutture pubbliche.

La più emblematica viene fondata nel 1978 a Bradenton, in Florida: l’accademia di Nick Bollettieri, che diventerà in seguito la IMG Academy.

Bollettieri (1931-2022), ex leggendario coach americano, impone una rottura totale con il modello federale europeo.

Allenamenti intensivi, competitività permanente, seguito individualizzato, presenza di preparatori di vario tipo… e un uso inedito dello storytelling attorno ai giovani giocatori. Questo «laboratorio» si vuole un’impresa prima ancora che un’istituzione sportiva.

In Europa, questo modello è inizialmente percepito come una curiosità esotica, quasi una fantasia americana. Eppure inaugura un paradigma completamente nuovo: una formazione privata, commerciale, internazionale, libera nelle proprie scelte pedagogiche.

1980–1990: L’età d’oro del modello federale europeo

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© AFP

Mentre Bollettieri guadagna visibilità, l’Europa, e in particolare la Francia, consolida il proprio modello. Gli anni ’80 segnano il periodo molto favorevole dei centri federali.

Si sviluppano strutture specializzate: poli France, poli Espoirs, centri regionali e, naturalmente, l’INSEP, che diventa rapidamente un simbolo dell’eccellenza sportiva pubblica.

I successi ottenuti convalidano il metodo. Diversi grandi giocatori francesi, come Yannick Noah, Henri Leconte e Guy Forget, evolvono nell’ambiente federale, anche se alcuni completano il loro percorso al di fuori della stretta orbita FFT.

Il discorso dominante è chiaro: un giocatore francese di alto livello nasce e si costruisce nel sistema federale. In quel momento, le accademie americane, per quanto affascinanti, restano un universo lontano.

1990–2000: La globalizzazione scuote i confini e apre le porte alle accademie

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© AFP

Gli anni ’90 sono quelli della globalizzazione del tennis. Gli spostamenti si intensificano, i circuiti junior diventano internazionali, e le famiglie iniziano a confrontare i metodi di formazione dei diversi paesi.

Gli Stati Uniti offrono infrastrutture e uno stile di vita sportivo radicalmente diverso. Parallelamente, la Spagna fa emergere i propri centri privati, attorno a Barcellona, Valencia o Maiorca, specializzati nel lavoro di resistenza e sulla terra battuta.

Le accademie private diventano acceleratori di carriera. Negli Stati Uniti, IMG continua ad accogliere e accompagnare la traiettoria di futuri campioni.

Jim Courier, Andre Agassi, Monica Seles o ancora Maria Sharapova, arrivata adolescente a Bradenton all’inizio degli anni 2000.

In Spagna, strutture private che privilegiano la flessibilità e la pratica intensiva attirano giovani dall’Europa del Nord, sedotti dal clima e dalla rigida preparazione tecnica.

Va tuttavia precisato: la grande maggioranza dei giocatori europei continua a formarsi nelle federazioni nazionali o nei club tradizionali. Ma l’idea che esista, e funzioni, un modello concorrente inizia a imporsi nell’immaginario collettivo.

2005–2015: L’esplosione mondiale e la trasformazione delle accademie in marchi internazionali

A partire dalla metà degli anni 2000, le accademie cambiano scala. Non sono più soltanto luoghi di allenamento, ma diventano marchi globali, spesso strutturati come imprese.

Marketing ambizioso, infrastrutture di lusso, collegi internazionali, supporto mentale, analisi video, sale fitness all’avanguardia: si professionalizzano fino al punto di competere con la formazione federale sul suo stesso terreno.

Emergono o si sviluppano diversi progetti di primo piano: la Mouratoglou Academy, fondata nel 1996 da Patrick Mouratoglou e Bob Brett nella regione parigina, poi trasferita a Sophia‑Antipolis (Costa Azzurra) nel 2011.

La Rafa Nadal Academy a Maiorca, fondata dalla leggenda Rafael Nadal, la cui apertura ufficiale nel 2016 corona un progetto avviato anni prima attorno alla famiglia Nadal.

Senza dimenticare lo sviluppo di centri francesi come la French Touch Academy al Cap d’Agde (Hérault) dal 2018, creata da Charles Auffray.

Infine, alcune accademie si insediano in Medio Oriente o in Asia, sostenute da finanziamenti privati internazionali.

2015–2020: Il monopolio si sgretola, la fiducia si sposta

Man mano che il privato si professionalizza, le strutture federali appaiono irrigidite in un modello datato.

Il discorso delle famiglie e dei giocatori cambia. Le federazioni vengono accusate di rigidità amministrativa, di infrastrutture obsolete e di selezioni talvolta opache.

Al contrario, le accademie private mettono in avanti l’individualizzazione, la diversità dei profili degli allenatori, l’apertura internazionale e il supporto mentale. Il cambiamento è percepibile nelle scelte dei giovani talenti.

Il caso del francese Gabriel Debru è emblematico: vincitore del Roland Garros junior nel 2022, lascia la FFT a fine 2023, d’accordo con la federazione, per entrare al Piatti Tennis Center, in Italia, diretto da Riccardo Piatti, uno degli allenatori privati più rinomati d’Europa.

Questo tipo di trasferimento, un tempo raro, diventa comune. Da allora, il giovane giocatore ha lasciato il circuito ATP per intraprendere il circuito universitario americano, entrando nel campus di Champaign‑Urbana (Università dell’Illinois).

Sinner, Rune, Alcaraz, Gauff… tutti passati dalle accademie private

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Ma Gabriel Debru non è il solo. Nell’attuale circuito, molti campioni hanno anch’essi scelto la via del privato.

Holger Rune (Mouratoglou Academy all’età di 13 anni), Jannik Sinner (Piatti Tennis Center all’età di 13 anni), Coco Gauff (Mouratoglou Academy all’età di 10 anni), Stefanos Tsitsipas (Mouratoglou Academy all’età di 17 anni), Alexandra Eala (Rafa Nadal Academy all’età di 13 anni) o ancora Carlos Alcaraz (Ferrero Tennis Academy all’età di 15 anni) ne sono esempi perfetti.

Questa scelta, ancora marginale qualche anno fa, diventa oggi una via maestra per i giovani giocatori di talento.

2020–2024: Il modello privato domina l’alto livello — per chi può permetterselo

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Oggi, tuttavia, le accademie private di fascia alta chiedono tra 50.000 e 90.000 euro all’anno.

Per esempio, la IMG Academy (circa 70.000 €/anno e 90.000 €/anno con la formula con alloggio) e la Evert Tennis Academy (oltre 50.000 €/anno con alloggio) negli Stati Uniti.

Ma anche la Rafa Nadal Academy (circa 56.000 €/anno) e la Mouratoglou Academy (circa 40.000 €/anno) in Europa.

Inoltre, con gli spostamenti, il budget annuale può superare i 75.000 euro e perfino avvicinarsi ai 100.000 euro.

E se per numerose famiglie questo investimento è inaccessibile, per quelle che ne hanno i mezzi queste accademie offrono un ambiente difficilmente eguagliabile: calendario internazionale, sparring di alto livello, équipe pluridisciplinari, immersione nella cultura del circuito.

Ma a poco a poco, la traiettoria sportiva sembra dividersi in due mondi: l’individuazione dei talenti, ancora largamente assicurata dai sistemi federali, e la formazione d’élite, ormai catturata dal privato.

In questa configurazione, il talento puro non basta più. Il finanziamento, la rete, la capacità di entrare in una struttura premium diventano elementi determinanti della carriera.

Per esempio, Holger Rune ha beneficiato della fondazione ChampSeed, creata da Patrick Mouratoglou, per potersi formare all’interno dell’accademia.

Oggi: un sistema duale, ma quasi senza cooperazione

Il tennis mondiale funziona ormai secondo due circuiti paralleli. Da un lato, il sistema federale, che conserva la propria missione storica di individuazione e formazione di massa. Dall’altro, il privato, focalizzato sull’élite, l’individualizzazione e le traiettorie internazionali.

Questi due mondi potrebbero completarsi; coesistono invece ignorandosi a vicenda, ognuno rivendicando la propria legittimità, efficacia e filosofia, anche se una volontà di collaborazione è stata annunciata da alcuni presidenti di federazione e in particolare da Gilles Moretton in Francia.

«Mi sono avvicinato all’insieme delle accademie con tutte le squadre della FFT», ha spiegato. «Va sottolineato il lavoro di qualità svolto nel privato e bisogna smettere di snobbarlo ed escluderlo.

Creeremo questa alleanza pubblico‑privato, con scelte di allenamento, luoghi di allenamento, adattati a ogni giovane, al quale proporremo prodotti su misura», aveva dichiarato ai nostri colleghi di RMC Sport nel 2021.

La domanda centrale rimane: in uno sport in cui la formazione si privatizza e i costi esplodono, l’accesso all’eccellenza deve restare un privilegio finanziario? Oppure le federazioni possono reinventare il proprio ruolo per tornare a essere un vero ascensore sociale?

La storia di questi ultimi cinquant’anni mostra chiaramente una tendenza: il monopolio non esiste più e la competizione, ormai, si gioca anche dietro le quinte della formazione.

Dernière modification le 06/12/2025 à 15h33
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9j

La vittoria della terza Coppa Davis consecutiva dopo la vittoria di Sinner alle Finals è stata la più bella chiusura di stagione tennistica di sempre. Adesso manca la ciliegina sulla torta: Sinner di nuovo numero 1! Ma è questione di tempo… 👍

20j

Non potevamo chiedere finale migliore, forza Jannik. Carlitos ci vediamo nel 2026🎾

1mo

Tennisti preferiti:

1) Sinner/Paolini/Errani 🇮🇹x3

2) Alcaraz/Muchova/Seles 🇪🇸🇨🇿🇺🇸

3) Federer/Williams🇨🇭🇺🇸

4) McEnroe/Edberg/Evert/Navratilova/Rybakina/Anisimova 🇺🇸x4🇸🇪🇰🇿

5) Sampras/Agassi/Osaka/Keys 🇺🇸x3🇯🇵

Simpatizzo:

1) Sonego/Świątek/Tagger 🇮🇹🇵🇱🇦🇹

2) Cobolli/Cocciaretto 🇮🇹x2

3) del Potro/Sabatini/Henin/Clijsters 🇦🇷x2🇧🇪x2

4) Nishikori/Kerber/Siegemund 🇯🇵🇩🇪x2

5-n) Ruud/de Minaur/Aliassime/Bublik/...

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Forza berrettini non ci deludere