«Devo correggervi»: Djokovic infrange il mito dietro la sua forza mentale
In una sola frase, Novak Djokovic ha fermato netto l'intervistatore di «60 minuti»... e probabilmente milioni di sportivi convinti che la forza mentale sia riservata a un'élite.
La tempesta interiore che nessuno vede
Alla domanda: «La tua forza mentale è il tuo più grande dono?», il serbo taglia subito corto: «Non è un dono. È lavoro. Ogni giorno.»
Rivela poi: «Esistono diverse tecniche: la respirazione consapevole gioca un ruolo importante, specialmente nei momenti in cui sei sotto tensione.
Posso sembrare impassibile, ma credimi, è una vera tempesta dentro, perché la battaglia più grande si svolge sempre dentro di sé.
Hai i tuoi dubbi e le tue paure. Lo sento in ogni partita. Ma non mi piace quell'atteggiamento mentale che vedo spesso nello sport, che consiste nel pensare positivo, nell'essere ottimisti.
Non c'è spazio per il fallimento, non c'è spazio per i dubbi e questo genere di cose. È impossibile.
Sei un essere umano, la differenza tra coloro che sono capaci di essere i più grandi campioni e coloro che faticano a raggiungere il livello più alto, è la capacità di non rimanere troppo a lungo in queste emozioni.
Per me, è relativamente breve. Non appena lo sento, lo riconosco, posso arrabbiarmi, urlare in campo, ma qualunque cosa accada, poi, sono capace di riprendermi.»
Una dichiarazione inedita di una leggenda che rivela finalmente ciò che vive interiormente ad ogni palla break, ad ogni finale, ad ogni momento in cui il mondo pensa che non tremi.
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