A lungo considerata come un semplice antipasto prima del grande spettacolo, la settimana delle qualificazioni si impone ormai come un evento a sé stante. Tra emozioni allo stato puro, innovazioni spettacolari e affluenza da record, la Opening Week sconvolge i codici del tennis mondiale.
Nel 1973, Billie Jean King ha fatto molto più che battere Bobby Riggs: ha rovesciato un simbolo. Cinque decenni più tardi, la «Battaglia dei Sessi» rinasce tra Aryna Sabalenka e Nick Kyrgios, ma questa volta il combattimento sembra aver perso la sua anima.
I social network hanno aperto un’era inedita per il tennis: quella in cui la notorietà si costruisce tanto in campo quanto su Instagram. Ma fino a che punto questa ricerca di visibilità può spingersi senza far vacillare l’equilibrio dei giocatori?
Il tennis non si ferma mai… o quasi. Dietro i tornei a ripetizione, i campioni devono imparare a fermarsi per durare. Da Federer ad Alcaraz, inchiesta su queste poche settimane decisive in cui tutto si gioca: riposo, rilassamento, rinascita.
Carlos Alcaraz ha appena iscritto il suo nome accanto ai più grandi mostri sacri dell'era Open, entrando nella top 10 dei giocatori che hanno trascorso più settimane consecutive nel top 3 della classifica ATP.
Il serbo ha sollevato il velo sui suoi inizi tesi con Federer e Nadal. Dalla distanza alla complicità, Djokovic racconta come il Big 3 ha imparato a comprendersi al di là dei campi.
Rafael Nadal ha ravvivato la fiamma: interrogato su un possibile « Fedal Tour », lo spagnolo non esclude l'idea di rigiocare al fianco di Roger Federer.