I redditi di un tennista dipendono unicamente dalle sue prestazioni sportive. In caso di infortunio, il quotidiano di chi è lontano dalla Top 100 può a volte complicarsi notevolmente.
Dalla riforma controversa alle dichiarazioni infuocate, la Coppa Davis continua a dividere. Tra nostalgia dei vecchi formati e amore incrollabile per la maglia, i giocatori raccontano le loro verità su una competizione che, nonostante tutto, fa ancora battere i cuori.
Nato quasi per caso in un giardino di Acapulco, il padel è diventato in cinquant’anni un fenomeno mondiale che affascina quanto inquieta il tennis. La sua ascesa fulminea sta già sconvolgendo il panorama degli sport di racchetta.
Telecamere onnipresenti, giudici di linea in via d’estinzione, errori che persistono nonostante tutto: la tecnologia affascina tanto quanto divide. Il tennis, a un bivio, cerca ancora il suo equilibrio tra progresso ed emozione.
Dietro i sorrisi dei podi, persiste una frattura: quella dei premi. Tra equità sportiva, ascolti televisivi e peso economico, il tennis cerca ancora la formula giusta — ma la parità rimane una partita senza vincitore.
Hanno osato sfidare il sistema. Nel 2005, Serena e Venus Williams, sostenute da Billie Jean King, hanno lanciato una battaglia storica per la parità salariale nel tennis. Due anni dopo, Wimbledon e Roland-Garros cedevano finalmente. Ma dietro le vittorie simboliche, le differenze persistono ancora oggi.
Tra nostalgia e speranza, i fan sognano un'ultima associazione in doppio tra Serena e Venus Williams. Greg Rusedski evoca un possibile ritorno delle due sorelle sull'erba di Wimbledon o sotto i riflettori degli US Open