A lungo considerata come un semplice antipasto prima del grande spettacolo, la settimana delle qualificazioni si impone ormai come un evento a sé stante. Tra emozioni allo stato puro, innovazioni spettacolari e affluenza da record, la Opening Week sconvolge i codici del tennis mondiale.
Nel 1973, Billie Jean King ha fatto molto più che battere Bobby Riggs: ha rovesciato un simbolo. Cinque decenni più tardi, la «Battaglia dei Sessi» rinasce tra Aryna Sabalenka e Nick Kyrgios, ma questa volta il combattimento sembra aver perso la sua anima.
I social network hanno aperto un’era inedita per il tennis: quella in cui la notorietà si costruisce tanto in campo quanto su Instagram. Ma fino a che punto questa ricerca di visibilità può spingersi senza far vacillare l’equilibrio dei giocatori?
Il tennis non si ferma mai… o quasi. Dietro i tornei a ripetizione, i campioni devono imparare a fermarsi per durare. Da Federer ad Alcaraz, inchiesta su queste poche settimane decisive in cui tutto si gioca: riposo, rilassamento, rinascita.
Dietro i sorrisi dei podi, persiste una frattura: quella dei premi. Tra equità sportiva, ascolti televisivi e peso economico, il tennis cerca ancora la formula giusta — ma la parità rimane una partita senza vincitore.
Inizio d'anno elettrizzante a Hong Kong: il campione in carica Alexandre Muller difenderà il suo trofeo contro un'armata di talenti guidata da Rublev, Musetti e Bublik. Un'edizione 2026 che promette di fare scintille.
Intervistato da Eurosport sulla situazione attuale del tennis francese, Gilles Simon ha menzionato in particolare un problema di formazione. Ha paragonato il caso francese con quello dell'Italia e di Jannik Sinner.
Ritirato dal 2022, Gilles Simon è poi stato nella squadra di Daniil Medvedev durante la stagione 2024. In un'intervista per L'Équipe, il francese ha raccontato la sua esperienza con il giocatore russo.