Federer, Nadal, Djokovic, Murray: le mani dei giocatori sono spesso messe a dura prova
Hanno sollevato trofei e firmato vittorie indimenticabili. Le mani di Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray sono tra le più famose dello sport mondiale. Eppure, questi strumenti di precisione sono stati messi a dura prova per decenni.
Si associa Roger Federer alla grazia e alla fluidità. Ma persino il maestro svizzero ha vissuto momenti di intensa sofferenza. Nel 2014, ha confessato di aver provato dolori articolari cronici alle dita, al punto da temere di lasciar cadere la racchetta durante lo scambio.
«Nessuno ne parlava, ma le mie mani erano il mio punto debole. Soffrivo in silenzio.»
Da parte sua, Rafael Nadal è stato spesso al centro dell'attenzione per i suoi infortuni alle ginocchia o al piede. Ma le sue mani sono state teatro di un supplizio costante. Il suo stile ultra-fisico e la sua presa chiusa infliggevano una tensione estrema al polso sinistro e alle dita.
«Avevo vesciche aperte, sangue sul manico. Ma fermarmi? Impossibile.»
Inoltre, durante il Roland Garros 2019, ha dovuto cambiare la presa più volte a partita per evitare le bruciature. Il suo preparatore di lunga data, Toni Nadal, raccontava: «A volte aveva così male che non riusciva più a tenere una forchetta dopo le partite.»
Per Novak Djokovic, dietro la sua eccezionale versatilità si nasconde una sensibilità dei nervi delle dita. Il serbo ha confessato nel 2020:
«Ci sono stati momenti in cui non sentivo più le dita a causa della pressione nervosa.»
Così, ha adattato il suo allenamento per risparmiare le mani, utilizzando tecniche di crioterapia, fisioterapia digitale e persino guanti speciali nella fase di recupero.
Infine, Andy Murray, noto per la sua resilienza, ha anche lui sperimentato dolori persistenti alle mani, spesso messi in ombra dai suoi problemi all'anca. Ma secondo il suo ex preparatore fisico:
«Andy stringeva così tanto la racchetta che aveva micro-lesioni costanti nei palmi e negli avambracci.» «È come se un pianista ammettesse di non sentire più le dita. Non vogliamo sentirlo», aggiunge un ex fisioterapista del circuito ATP.
Oggi, i più grandi giocatori lavorano con specialisti della mano, ortesisti, utilizzano sensori di pressione, trattamenti laser e protocolli su misura per prevenire l'usura e ottimizzare ogni movimento.