Djokovic: «Cercare di essere la migliore versione di se stessi è una sorta di motto di vita per me»
Da vent'anni, Novak Djokovic ha segnato profondamente la storia del tennis. Vincitore di 24 titoli del Grande Slam, tra gli altri successi in carriera, lo serbo è entrato ancora di più nei libri di storia (anche se non ne aveva bisogno) la scorsa estate vincendo le Olimpiadi.
Ora, Djokovic, che tra pochi giorni festeggerà i 38 anni, ha conquistato tutti i maggiori trofei di questo sport, alimentando ulteriormente negli ultimi anni il dibattito sul GOAT, dove viene continuamente paragonato ai suoi due rivali del Big 3, Rafael Nadal e Roger Federer.
In un'intervista concessa a *Business Traveller USA*, la leggenda serba ha parlato del suo stato d'animo durante le competizioni, prima di affrontare il tema di un eventuale ritiro nei prossimi mesi.
Per ora, Djokovic non si sente pronto a smettere e spera ancora, tra le altre cose, di vincere il suo 100° titolo a breve (attualmente è a 99).
«Fin da giovane, il tennis ha occupato la maggior parte della mia vita. Ho dedicato a esso la mia energia mentale, fisica ed emotiva, e ne sono stato ricompensato. Adoro una citazione che ho sentito qualche anno fa: "Il più grande avversario è sempre la persona che eri ieri".
Cercare di essere la migliore versione di se stessi è una sorta di motto di vita per me. Mantenere la mente aperta e curiosa, circondarsi delle persone giuste e non dare nulla per scontato. È ovvio che oggi per me sia difficile ottenere i risultati che avevo quando ero al massimo della forma.
Questo non significa che non potrò mai più raggiungere quel livello. Ma quella grandezza cambia forma, perché sei una persona diversa ogni anno, ogni mese, ogni settimana.
Il tennis è uno sport in cui è necessario coltivare questa mentalità e questa cultura del "Non è mai abbastanza". Perché una volta che è abbastanza, lo è davvero e devi mettere da parte la racchetta. E per ora non sento ancora di essere in quella situazione», ha spiegato il campione serbo.