Binaghi, presidente della federazione italiana di tennis, ricorda: «Seguo Sinner da moltissimo tempo»
Angelo Binaghi, il presidente della federazione italiana di tennis, sta vivendo un ottimo momento. Al termine di una stagione in cui il tennis italiano ha brillato come mai prima, sia nel maschile che nel femminile, la federazione italiana può mostrare orgogliosamente i suoi risultati.
Vincitrice della Coppa Davis e della Fed Cup, l’Italia ha realizzato un doppio storico in questa stagione, godendo di performance di altissimo livello da parte dei suoi atleti sia negli uomini che nelle donne (Sinner numero 1 al mondo e doppio vincitore di tornei del Grande Slam, Paolini medaglia olimpica nel doppio e doppia finalista nei tornei Major, Musetti medaglia olimpica nel singolo…).
Riflettendo sui suoi primi contatti con l’attuale numero 1 al mondo, Binaghi ha ricordato: «Lo seguo da moltissimo tempo. Già nel 2017, ho avuto un’informazione diretta, una fonte molto confidenziale e degna di fiducia: mio figlio. Aveva partecipato a un torneo di doppio in Tunisia con Sinner e mi aveva parlato di un partner più giovane, ma già molto forte e promettente. Aveva circa 17 anni all’epoca. Con mio figlio, hanno raggiunto le semifinali, ma hanno dovuto ritirarsi perché Jannik si è infortunato.
Dopo (dopo il titolo di Sinner al Masters Next Gen nel 2019), sono stato impressionato dalle sue maniere e la sua semplicità. In campo, il suo grande valore era già evidente; da un punto di vista tecnico, era al top. Eppure, doveva ancora superare alcune carenze fisiche, era un po' immaturo. Mi ricordava un po' Venus Williams: un potenziale incredibile, ma difficoltà atletiche nel coprire il campo.
Poi, la tenacia e la determinazione di Sinner hanno modellato un giocatore completo, senza debolezze. Oggi, è una freccia nei suoi movimenti, ha migliorato il suo servizio e sa anche essere incisivo a rete.»