Tsurenko accusa la WTA di violenza psicologica: «Neanche in un incubo avrei potuto immaginare che il circuito professionale diventasse un luogo terrificante»

Lesia Tsurenko ha pubblicato oggi un lungo comunicato sul suo account X (ex-Twitter) parlando di un atto di violenza psicologica di cui è stata vittima da parte di uno dei dirigenti della WTA (potrebbe trattarsi di Steve Simon, presidente fino ad agosto 2024, o di Portia Archer, attuale direttrice del circuito femminile):
«È ora di dire la verità. Fin dall’infanzia, ho sempre sognato una carriera come tennista professionista. Ho superato molte prove e ostacoli lungo il percorso verso il mio sogno. Ho messo tutta la mia anima e la mia forza in questo sogno. […]
Neanche nel mio peggiore incubo avrei potuto immaginare che il circuito professionale, che considero la mia casa, potesse diventare un luogo terrificante e ostile, dove un suo dirigente avrebbe consapevolmente commesso un atto di violenza morale contro di me.
Un atto che mi ha causato attacchi di panico e che mi ha portato all’incapacità di svolgere il mio lavoro.
Ne ho parlato apertamente. Ho cercato di ottenere giustizia dalla WTA. Ma in risposta, mi sono trovata di fronte a ingiustizia e indifferenza, prolungando il mio malessere.
Dolore, paura, attacchi di panico, umiliazione, occultamento di informazioni, pressioni sul mio team per farci tacere… E ci sono molte altre cose che ho dovuto sopportare.
Il circuito WTA ha rifiutato di proteggere una donna, una tennista e un essere umano. Invece, il circuito WTA ha preferito proteggere qualcuno in una posizione di potere.
Portare avanti questa vicenda in tribunale è la mia ultima possibilità per difendermi, difendere i miei diritti, la mia dignità e prevenire atti di violenza come questi. Ed è la strada che ho scelto dalla fine dello scorso anno.
Prego Dio che nessun altro debba vivere ciò che ho vissuto io e che ognuno sia ritenuto responsabile delle proprie azioni.»