Calendario troppo carico? Djokovic mette pressione: «Lamentarsi non cambierà nulla»
A Shanghai, Novak Djokovic ha tenuto un discorso incisivo sul calendario. Un messaggio diretto: senza un impegno concreto dei migliori giocatori, le cose non cambieranno mai.
Il dibattito sul calendario è riemerso dalla scorsa settimana con le dichiarazioni di Iga Swiatek, seguite da quelle di Carlos Alcaraz. Le due figure del tennis attuale ritengono che quest'ultimo sia troppo carico e che molti tornei non dovrebbero essere resi obbligatori.
Un argomento sul quale Novak Djokovic ha preso posizione durante la sua conferenza stampa a Shanghai giovedì. Il serbo, sebbene sia d'accordo con i commenti dei suoi colleghi, ritiene che ci sia una mancanza di unità:
«15 anni fa, dicevo già che dovevamo riunirci e riorganizzare il calendario. Ero anche contrario all'estensione dei Masters 1000 a dodici giorni. Forse è vantaggioso per i tornei, ma non lo è per i giocatori perché occupa spazio nel calendario e grava sulla loro salute.
Capisco chi si lamenta, ma alla fine, il tennis rimane uno sport individuale e ognuno deve fare delle scelte. Ci sono anche giocatori che decidono di partecipare a esibizioni, il che è un po' contraddittorio. […]
I giocatori non sono abbastanza uniti. Non partecipano abbastanza quando dovrebbero. Commentano, si lamentano e se ne vanno. E se qualcosa non va, dopo un po', tornano (per lamentarsi).
Bisogna impegnarsi personalmente, dedicarci energia per capire come funziona il sistema, cosa può essere cambiato e migliorato nell'interesse dei giocatori.
I migliori giocatori devono rimboccarsi le maniche e impegnarsi di più per comprendere tutti questi temi scottanti. Parlarne nei media genererà attenzione. Ma alla fine, non cambierà nulla.»
Shanghai