Berrettini batte il pugno sul tavolo dopo l'infortunio di Rune: «Privilegiare i risultati di un giocatore piuttosto che la sua salute non è il modo giusto di commentare lo sport»

Matteo Berrettini è tornato nelle ultime ore sul grave infortunio di Holger Rune a Stoccolma.
Impegnato questa settimana al torneo di Vienna, Berrettini affronterà Alexei Popyrin nel primo turno questo mercoledì. Non risparmiato dagli infortuni nelle ultime stagioni, il tennista italiano di 29 anni, classificato 59° nell'ATP questa settimana, è stato ospite di Eurosport Italia nelle ultime ore. Ha così parlato della rottura del tendine d'Achille di Holger Rune durante la sua semifinale a Stoccolma contro Ugo Humbert la scorsa settimana.
«È davvero spaventoso. Pensare che un infortunio di questa portata possa essere la cosa migliore che possa capitare a un giocatore di 22 anni classificato 11° al mondo è o in malafede, o frutto di una comprensione molto limitata di questo sport e dello sport in generale.
La maturità competitiva, o la sua mancanza, si acquisisce con il tempo, le sconfitte, le vittorie, le partite perse su palle match o forse le vittorie ottenute giocando male.
Si tratta di un infortunio che può cambiare radicalmente la vita di un giocatore, per non parlare della sua carriera a questo livello. Io ascolto sempre e quasi mai commento, ma quello che ho sentito è follia.
Capisco che si abbia sempre voglia di parlare, di dire quello che si pensa su tutti gli argomenti, ma sentire dire che "il sipario è calato" senza alcuna compassione né sensibilità, come se si trattasse di un pallone che scoppia su una giostra, mi fa venire i brividi.
Dietro questo infortunio c'è sofferenza, mentale e fisica, dubbi e momenti così bui che potrebbero compromettere la salute mentale di un ragazzo giovanissimo.
Forse mi lascio trasportare, forse so cosa significa vedere certe cose sfuggire senza nemmeno avere la possibilità di provare a fermarle, forse so quanto sia difficile riprendersi da un infortunio, ma sono sicuro che riflettendoci, vi renderete conto anche voi che queste parole non vi rappresentano.
Forse mi sbaglio, ma penso che il cambiamento necessario nella cultura sportiva italiana passi anche da qui, dal modo in cui le cose vengono raccontate e in cui certi argomenti vengono analizzati.
Privilegiare i risultati potenziali di un giocatore piuttosto che la sua salute probabilmente non è il modo giusto di guardare e commentare lo sport. Detto questo, Holger tornerà più forte di prima, ma credetemi, nessun atleta al mondo vorrebbe subire un infortunio del genere, anche se gli si dicesse che ci sarebbe una piccola possibilità di migliorare il suo miglior ranking in carriera», ha assicurato Berrettini.