Il capo dell'ATP risponde alle polemiche sul calendario: « I giocatori possono decidere di giocare meno esibizioni »
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Andrea Gaudenzi, il capo dell'ATP, ha concesso un'intervista a L'Equipe nella quale discute i suoi piani per il circuito maschile e le polemiche che hanno circondato l'anno 2024.
Il calendario del circuito, composto da 66 tornei, è stato oggetto di numerosi dibattiti durante tutta la stagione, ritenuto da diverse star come troppo fitto.
Tuttavia, l'emergere di tornei di esibizione durante il mese di dicembre, a piena bassa stagione, e di competizioni parallele come l'UTS Tour, tendono a sovraccaricare il calendario al di fuori delle date della stagione ATP.
Gaudenzi è quindi tornato su questa polemica con una risposta chiara rivolta ai giocatori: « Non è come nel calcio o nel basket dove i giocatori hanno un contratto.
I nostri giocatori sono dei lavoratori autonomi che possono decidere il proprio calendario.
Sì, il ranking li obbliga a giocare, ma è solo per i Grandi Slam, i Masters 1000 e le ATP Finals.
Abbiamo riformato i Masters 1000, ma c'è solo una partita in più da giocare rispetto a prima.
Oltre a ciò, alcuni giocatori scelgono di giocare delle esibizioni al di fuori del circuito. Questo non accade negli altri sport.
La domanda è se vuoi investire sul circuito o al di fuori.
Ridurre la stagione? Sì, ma poi bisogna togliere degli ATP 250. I giocatori possono anche decidere di partecipare a meno esibizioni e passare più tempo a riposarsi. »