La lezione di vita di Federer in modalità grande filosofo
Domenica Roger Federer è stato "invitato" a tenere un discorso alla classe di laurea di quest'anno dell'Università di Dartmouth (New Hampshire, USA). A 42 anni, ha colto l'occasione per trasformare la sua esperienza tennistica in una lezione di vita.
Di conseguenza, il video del suo discorso è diventato rapidamente virale. Un altro punto guadagnato dal giocatore svizzero con 20 titoli del Grande Slam (lo capirete leggendo).
Roger Federer: "Nel tennis la perfezione è impossibile. Dei 1.526 incontri di singolare che ho giocato in carriera, ne ho vinti quasi l'80%.
Ora ho una domanda per voi. Quale percentuale di punti pensate che abbia vinto in quelle partite? Solo il 54%. In altre parole, anche i tennisti in cima alle classifiche vincono poco più della metà dei punti che giocano.
Quando si perde in media un punto su due, si impara a non soffermarsi su ogni punto. Si impara a pensare: "Ok, ho fatto un doppio fallo, è solo un punto. Sono andato a rete e sono stato superato di nuovo, è solo un punto. Anche un grande colpo, un overhead smash che finisce nella Top 10 dei migliori punti su ESPN, è solo un punto".
Ecco perché vi dico questo. Quando si gioca un punto, deve essere la cosa più importante del mondo. E lo è. Ma quando quel punto è alle tue spalle, è alle tue spalle.
Questa mentalità è davvero fondamentale, perché vi permette di concentrarvi completamente sul punto successivo, e poi sul punto successivo dopo il punto successivo. Con intensità, chiarezza e concentrazione.
La verità è che, a prescindere dalla partita che si gioca nella vita, a volte si perde un punto, una partita, una stagione, un lavoro... È una montagna russa con molti alti e bassi.
Ed è naturale, quando si è in fondo, dubitare di se stessi e sentirsi dispiaciuti per se stessi. E, a proposito, anche il tuo avversario ha i suoi dubbi. Non dimenticarlo mai.
Ma l'energia negativa è energia sprecata. Bisogna diventare maestri nel superare i momenti difficili, per me questo è il segno di un campione. I migliori al mondo non sono tali perché vincono ogni punto, ma perché sanno che perderanno ancora e ancora e hanno imparato a gestirlo.
Lo si accetta, si piange se è necessario, ma poi si riesce a sorridere. Si va avanti, senza sosta. Ci si adatta e si cresce. Si lavora di più. Si lavora in modo più intelligente. Ricordate: lavorate in modo più intelligente".